STEFANIA MUSSOLINO - ARTISTA E ARTIGIANA
Stefania Mussolino si afferma nel tempo come artigiana e artista napoletana grazie ad una ricerca personale e artistica, mossa dal desiderio di dare forma al bello attraverso materiali recuperati un po’ ovunque e trasformati in “cornici”.
Nelle sue creazioni puoi scoprire la storia, il folklore, i contrasti, le tradizioni della cultura partenopea. Le sue sculture ti catapultano nel cuore di Napoli, tra i vicoli del Centro Storico, una fitta rete di stradine dense di storia, arte e tipicità locali ricche di antitesi che magicamente si ritrovano insieme e “funzionano”. Così il sacro si accosta al profano e la tradizione scopre nuove forme per dar vita al bello.
Il suo progetto de "Le mani" rappresenta una raccolta scultorea, frutto di uno studio dall'artista e artigiana, compiuto sul mondo della gestualità: un insieme di colori e decorazioni diversi con le quali regalare o regalarsi tanti oggetti con cui divertirsi a decorare la propria casa.Le mani, inizialmente, era state realizzate unicamente come scultura in resina. Grazie alla sinergia con Gm Group - azienda leader nella produzione di cornici artigianali e su misura italiane, titolare di parte delle quote dell'atelier - hanno trovato una nuova dimensione, quella dei quadri.
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MA CHE VVUÓ?
SCULTURA IN RESINA COLORATA SU QUADRO CON CORNICE GM
Questo gesto è utilizzato per porre una semplice domanda: che vuoi? È forse il movimento con le mani che meglio identifica il popolo napoletano, e di conseguenza quello italiano all’estero. Perché, ricorda, i napoletani non seguono la moda ma la creano.
Parl Parl e poi nun fai nient
SCULTURA IN RESINA COLORATA SU QUADRO CON CORNICE GM
La mano spesso è posizionata vicino alla bocca; le 4 dita toccano ripetutamente il pollice per indicare una persona che parla soltanto e spesso, senza mai agire.
Ma attenzione, se la mano sbatte sulla testa, questo gesto ha un altro significato: “Ma fuss scemo?” («Mica sei scemo?»). Sta ad indicare un’affermazione mal digerita da parte di chi effettua il gesto.
E c’è un altro significato ancora se la mano rotea su sé stessa: «Chio cchiò!», ovvero «Fesso, ti sei lasciato fregare». Fesso/a è uno degli aggettivi più usati della lingua napoletana, ed è una offesa abbastanza forte perchè il napoletano ha un tale culto per la furbizia, che arriva persino all’ammirazione di chi se ne serve a suo danno. «Cca nisciuno è fesso», come diceva il grande Totò.
Tiè Tiè!
SCULTURA IN RESINA COLORATA SU QUADRO CON CORNICE GM
Può sembrare un’offesa, invece è un augurio, un gestualità volta a scongiurare il peggio. Tutti conoscono la scaramanzia del popolo napoletano, rappresentata da numerosi gesti. Le corna però restano le più simboliche.
Diceva il grande e amato Eduardo: «Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male». E allora «tiè, tiè!»
'A CAROCCHIA
SCULTURA IN RESINA COLORATA SU QUADRO CON CORNICE GM
Il pugno è chiuso con il pollice che sovrasta l'indice, quasi a toccare il medio. Sta ad indicare ‘na carocchia, 'na fecozza, uno schiaffo, un bel ceffone. Bisogna fare attenzione a questo gesto: è un avvertimento.
Come dice una celebre canzone napoletana: bisogna stare sempre pronti a dare le mazzate, prima di riceverle. «Primm ‘e abbuscà!»
BUSCìA
SCULTURA IN RESINA COLORATA SU QUADRO CON CORNICE GM
È un gesto comune in tutta Italia e forse in tutto il mondo, ma a Napoli assume un altro significato. La mano che compie l’atto spesso è nascosta dietro la schiena, accompagna una bugia, una falsaaffermazione per trarre altri in errore.
In realtà, i napoletani sono un libro aperto, anche quando provano a nascondere qualcosa, non ci riescono mai del tutto.
Ma VAFANCUL
SCULTURA IN RESINA COLORATA SU QUADRO CON CORNICE GM
È un gesto che parla da sé. Indica un’espressione inglese che però è entrata a far parte della gestualità comune mondiale.
Il dolce suono della lingua italiana e di quella napoletana però lo rendono un tormentone. È una delle prime parole che apprendono gli stranieri in vacanza in Italia.
Non è una bella parola, ma ogni tanto un bel «Vafancul» ci sta anche bene. Insomma, come diremmo noi partenopei: «quanno ce vò, ce vò».
PRUFESSÓ, POSSO ANDARE IN BAGNO?
SCULTURA IN RESINA COLORATA SU QUADRO CON CORNICE GM
Per tutti, sta ad indicare la vittoria. Ma per noi napoletani le due dita a “V” stanno a significare un’urgenza, quella di andare alla toilette. A scuola, si alza la mano e senza bisogno di parlare, il professore dà l’approvazione all’alunno ad andare in bagno. Da questa gestualità puoi comprendere in un certo senso le contraddizioni del popolo napoletano, spesso plateale e chiassoso, e alle volte estremamente a modo e riservato.
ROCK 'N ROLL
SCULTURA IN RESINA COLORATA SU QUADRO CON CORNICE GM
Nell’ambito del rock è un gesto di approvazione e complicità tra i fans. Il gesto delle corna in questo caso ha però una doppia forma e origine: la forma con tre dita (pollice, indice e mignolo alzati) si è radicata nella cultura hippie per la sua derivazione dal linguaggio dei segni, in cui viene usato per esprimere amore.
TIEN E CCORN
SCULTURA IN RESINA COLORATA SU QUADRO CON CORNICE GM
Le corna sono un elemento chiave anche del folklore partenopeo. L’espressione “tien e ccorn” si usa anche in napoletano, e contrariamente a quanto possa sembrare non indica una vera e propria offesa.
Si usa infatti per bambini particolarmente furbi e svegli, nonostante l'età. »So scetàti - come si dice in dialetto - tenene e ccorn».
'O LIke
SCULTURA IN RESINA COLORATA SU QUADRO CON CORNICE GM
Il pollice verso l’alto è un gesto comune in tutto il mondo. Molto tempo fa era quello con cui l’imperatore decretava la vita o la morte di un gladiatore. Oggi, a distanza di millenni, al tempo dei social, il ditone della mano alzato indica ancora di più un apprezzamento: il like, oppure «o’ like» - come diremmo a Napoli. Ma attenzione, basta capovolgere di 180 gradi il verso del pollice per avere il significato opposto.
Insomma il pollice della mano puoi usarlo come vuoi, per indicare molti significati. Come vuoi, come ti piace. E a nuje ce' piace accussì! Co 'o like!