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€280,00
San Gennaro
2

DESCRIZIONE

Autore: Dario Scotto Di Luzio
Dimensioni scultura: 14x5,5x26,5 cm 

Dimensioni base: 15x1 cm

Materiale: legno intagliato dipinto a mano


Intro Il palazzo dello Spagnolo, con i suoi caratteristici archi, diventa un’inaspettata quinta teatrale. Va in scena La Piccola Napoli. Dalle volte fanno capolino sei misteriose figure, sei declinazioni della napoletanità. Nate dalla ricerca di Dario Scotto, artista da sempre legato visceralmente alla città, le piccole sculture attingono al cuore dell’immaginario collettivo partenopeo e ne fissano, con raffinata precisione, i tratti salienti, l’essenza. Realizzate in legno di faggio lavorato al tornio, con l’aggiunta di dettagli in plexiglass, le figure manifestano, già nella scelta dei materiali, l’idea che a Napoli la memoria non è mai un patrimonio cristallizzato, intangibile, ma sempre materia viva, da plasmare e rinnovare. La piccola cornice in legno che inquadra ogni scultura permette sia di comporre le figure secondo il proprio estro, sia di conservarle singolarmente, ciascuna nella propria nicchia. Originale elemento di arredamento o talismano da portare con sé; Pantheon privato o regalo da fare ad altri; la Piccola Napoli nasce da storie passate per vivere nelle nostre storie future.
  
I personaggi:

- San Gennaro: Patrono e protettore della città. Implorato con lo stesso slancio per tragedie grandi o piccole, l’eruzione del Vesuvio come una bega domestica. Il destino collettivo e personale si incrocia tre volte l’anno, quando l’intera città resta col fiato sospeso, in attesa che il suo sangue si sciolga. Il colore scarlatto e il dettaglio in plexiglass (che sintetizza la mitra vescovile) caratterizzano la piccola scultura, la delineano con tratti essenziali, con la stessa semplicità con cui il popolo si rivolge al Santo.

- Pulcinella: Maschera napoletana per eccellenza, capace di slanci di altruismo come di studiati raggiri. Coraggioso o vigliacco a seconda dei casi, furbo o credulone. In grado di incarnare tutto e il suo esatto contrario, restando fedele solo alla propria ironia dissacrante. Emblema di una città inafferrabile, sorprendente, meravigliosa. Ne ritroviamo qui l’inconfondibile maschera e il cappello a cono.

- Maradona: Eroe, in grado di trasformare il virtuosismo calcistico in mistica collettiva. Vero santo laico capace di accordare, nel movimento ipnotico del suo palleggio, una città complessa per definizione. Simbolo di riscatto collettivo che trova posto sui muri, nelle numerose opere di street art, come nei tanti piccoli Diego che ancora oggi giocano nei vicoli rincorrendo un pallone. L’azzurro iconico della maglia e l’inconfondibile criniera leonina caratterizzano il personaggio della serie.

- Partenope: La tradizione fa coincidere la fondazione di Napoli col ritrovamento di una giovane sirena ormai esanime, Partenope. Il corpo della splendida creatura si sarebbe poi dissolto, plasmando il caratteristico panorama della città. Se guardiamo Napoli dal mare, infatti, è possibile riconoscere il capo della sirena nella tondeggiante collina di Capodimonte e, all’estremo opposto, la sua coda nel sinuoso promontorio di Posillipo. La città affonda così le proprie radici nel mito greco, in una divinità femminile e acquatica, che trova nel Pantheon di Dario Scotto un posto d’onore

- La capuzzella: Oggetto di un profondo rito popolare e momento in cui Napoli intreccia vita e morte, sfumandone sapientemente i confini. La capuzzella rappresenta il culto delle anime pezzentelle, antichissimo ma ancora perfettamente vivo nel ventre della città. I resti di chi non ha potuto conoscere una vera sepoltura, delle anime destinate all’anonima confusione di un ossario, ricevono le cure e le preghiere del popolo napoletano. Ciascuno può adottare la propria capuzzella, con la quale instaura un rapporto personale, un dialogo serrato e intimo, con la certezza che quella devozione costante farà guadagnare al defunto il paradiso. Chi in vita non è stato nessuno, riceve in morte un’identità, diventa qualcuno per i vivi che se ne prendono cura. È questo il senso della teca che custodisce ogni capuzzella: segnarne l’identità, l’irripetibilità. Non una cornice decorativa, quindi, ma un elemento fondamentale per culto, puntualmente ripreso nella piccola scultura.

- Il Munaciello: Spiritello che può comparire, col suo caratteristico saio da monaco e il cordone svolazzante, nelle case dei napoletani. A seconda dei casi, capace di piccoli dispetti o di regali, anche cospicui. “tenere o’ munaciello in casa” può essere sinonimo sia di sventure che di una inaspettata fortuna. In tal caso, però, meglio non dire nulla in giro, il munaciello non ama che si parli troppo di lui e i doni ricevuti potrebbero dissolversi improvvisamente!


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